Le ottiche possono essere di vario calibro (4mm, 2,9 mm e 2 mm). Quella da 4 mm, più nota col nome di Hamou1, essendo di calibro maggiore è oggi meno usata e riservata soltanto alla chirurgia isteroscopica maggiore.
N.B.: non è il calibro dello strumento ma una corretta tecnica di esecuzione, una esperienza adeguata e un training di apprendimento accertato e certificato a rendere l’esame di facile esecuzione, ripetibile e ben tollerato dalla paziente senza ricorrere ad anestesia locale o generale!!!!
Le ottiche sono costituite da un sistema di lenti e hanno tutte una visione foro-obliqua di 30°con l’estremità a “becco di clarino”. Ciò è indispensabile per poter transitare senza traumi attraverso il canale cervicale e per permettere una visione completa e panoramica della cavità uterina senza muovere lo strumento ma ruotandolo semplicemente sul suo asse.
Alle ottiche da 2,9 e 2 mm è possibile associare una camicia oerativa nella quale introdurre micropinze, microforbici ed elettrodi atti ad eseguire interventi di chirurgia ambulatoriale
Possono essere gassosi o liquidi. tra i mezzi gassosi viene usata solo la CO2 (anidride carbonica) mezzo di distensione quasi abbandonato anche perchè non permette di poter eseguire interventi di chirurgia isteroscopica ambulatoriale.
Il mezzo di distensione liquido ideale è una soluzione salina (soluzione fisiologica). Essa viene erogata o mediante uno spremisacca nel quale la pressione viene regolata con un apposito manometro o una pompa peristaltica elettronica nella quale pressione di erogazione, flusso e pressione di aspirazione possono essere predeterminati allo scopo di mantenere costante durante l’esame la distensione della cavità uterina e la sua conseguente visualizzazione. inoltre l’utilizzo della soluzione fisiologica permette di poter effettuare una isteroscopia diagnostica e operativa anche in presenza di sangue.
E’ caratterizzata da 2 elementi:
1) una sorgente a luce fredda costituita da un sistema ottico miniaturizzato con lampada allo xenon, più luminosa e di maggior durata di quelle alogene.
2) un cavo di trasmissione a fibre ottiche che collega la sorgente di luce all’ottica.
L’isteroscopia moderna non può prescindere dall’uso della telecamera che ha sostituito ormai l’occhio umano e che permette all’operatore di guardare direttamente nel monitor il quale, collegato alla telecamera da un cavo, riproduce l’immagine isteroscopica notevolmente ingrandita e a colori, diversamente da come avviene in ecografia, dove l’immagine è in bianco e nero e mediata dagli ultrasuoni e non diretta.
Vi sono vari tipi di telecamere che differiscono tra loro per la risoluzione (pixel), la sensibilità (lux) e per la qualità della riproduzione delle immagini video a seconda che siano mono o 3CCD. Sono dotate di uno zoom e di una manopola per la messa a fuoco. Il monitor deve avere una definizione elevata (full HD) per contribuire, insieme alla telecamera, alla formazione di una immagine nitida e a una riproduzione del colore pressochè naturale.
Completano il sistema un videoregistratore e una videostampante oggi dgitalizzati e in grado sia di archiviare che fotografare o registrare l’intervento.